Pubblicato: sab, 5 Lug , 2014

Festa alla Collina della Pace per il Murales Antimafie

Roma, inaugurato il primo murales antimafia alla Collina della Pace

 

 

antimafia non ha bisogno di eroi

Nel cuore della borgata Finocchio, nella periferia romana, un’iniziativa organizzata dall’associazione daSud con il patrocinio dell’Assessorato allo Sviluppo delle Periferie di Roma Capitale, in occasione dell’ultima tappa romana della “Lunga marcia della memoria” dal titolo “Mammamafia. Il welfare te lo paghiamo noi”. La storia di quella che sarebbe diventata la ‘Collina della Pace’ inizia nel 2001, quando l’area fu confiscata al cassiere della Banda della Magliana, Enrico Nicoletti, che lì aveva costruito abusivamente un palazzo di sei piani per destinarlo ad albergo. Così grazie a un’opera di sensibilizzazione svolta tra il 1994 e il 2002 dalle associazioni del territorio, lo spazio venne destinato alla collettività per il verde pubblico e le attività sociali. Nel maggio 2004 finalmente l’ecomostro viene abbattuto. Mentre il 17 dicembre 2007 viene inaugurato, insieme al presidente di Libera Don Luigi Ciotti, il parco Collina della Pace dedicato alla memoria di Peppino Impastato, vittima di mafia siciliana, a cui ogni anno il 9 maggio è dedicata una giornata della memoria. Il murales è realizzato dallo street artist David Vecchiato in arte Diavù, coordinatore del Museo di Urban Art di Roma, il quale dal 2 luglio ha iniziato i lavori di realizzazione del murales che decostruisce gli stereotipi dell’antimafia richiamando alla responsabilità collettiva e omaggiando l’attivismo sociale. “Questo murales dimostrerà che la creatività e l’arte sono strumenti potentissimi contro i clan – afferma CelesteCostantino, deputata, già portavoce di daSud, segretaria della delegazione italiana al Consiglio d’Europa – e rappresenterà uno stimolo importante per la politica che è in forte ritardo, per l’antimafia sociale e la cittadinanza: ognuno deve fare la propria parte, per non lasciare la città al welfare delle mafie”.

L’ultima tappa romana della Lunga Marcia della Memoria dell’associazione daSud ha un titolo volutamente provocatorio: “Lo sanno anche i muri”, per rinfrescare la memoria a chi fino a poco tempo fa parlava di semplici infiltrazioni mafiose. Il racconto di una “MammaMafia” romana ha fatto tappa, tra le altre, anche all’Ara Pacis con un’apertura straordinaria notturna che ha ospitato la video installazione antimafia di Makkox. Evento finale a San Luca (Rc) con la camminata verso Pietra Cappa, luogo del ritrovamento del fotografo Lollò Cartisano sequestrato e ucciso dalla ‘ndrangheta.

 

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