Pubblicato: ven, 18 Gen , 2013

Femminicidi. Quanto dista l’India dall’Italia

Dopo il caso della studentessa indiana violentata da sei uomini su un autobus a Nuova Delhi ci si chiede quanta strada abbia fatto l’Italia in tema di difesa delle donne.

 

di Manuela Murgia

NEWS_92149Il 16 dicembre 2012 una ragazza indiana di 23 anni che tornava da una serata passata al cinema in compagnia di un amico, è stata violentata ripetutamente da 6 uomini ed abbandonata per strada con delle lesioni che ne hanno causato la morte qualche giorno dopo. In risposta si è verificata un’ondata di proteste che ha sorpreso gli stessi indiani. Nel paese di Gandhi gli stupri sono uno fra i reati meno denunciati e più diffusi. Probabilmente ciò che ha colpito l’opinione pubblica era il fatto che lo stupro di gruppo fosse avvenuto in un quartiere “bene” di Nuova Delhi, a danno di una ragazza vestita “perbene”, in un orario consono, alle 9:30 di sera. Persiste ancora, in India, l’idea che denunciare uno stupro avvenuto in famiglia disonorerebbe quest’ultima . Ma quanto dista L’India dall’Italia? Nel nostro paese nel 2012 più di 120 donne sono morte per violenza domestica. Una volta si chiamavano delitti passionali, adesso sono chiamati femminicidi. Nel dibattito politico preelettorale il problema non trova spazio; fra un’abolizione dell’imu e l’alleggerimento del redditometro nessuno sembra avere voglia di promettere il miglioramento della condizione femminile in Italia. Anche perché dovrebbero provare a spiegare come realizzarlo. Nella settima potenza economica europea le donne guadagnano il 17% in meno rispetto ai colleghi dell’altro sesso, sono più colte ma meno impiegate degli uomini e rischiano la vita per mano dei propri uomini. In Italia, di fronte all’ennesima notizia di uccisione per mano di un fidanzato, marito, conoscente o parente, in ogni caso di un uomo incapace di accettare un diniego, la reazione di sdegno è unanime. Si chiedono pene più severe, si scende in piazza e poi si torna a casa e si spera che la persona che ci sta accanto sia capace di accettare un no come risposta senza perdere la testa e violentarci o ucciderci. Perché nessuno gli ha insegnato che una donna non è un oggetto, a Nuova Delhi come a Palermo.

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