Pubblicato: mer, 24 Feb , 2016

Fecondazione. Il Lazio si sfida e rilancia l’assistenza alle coppie infertili.

 Il Lazio si sfida e dopo dodici anni dalla legge 40, rilancia l’assistenza alle coppie infertili. Una delibera del commissario ad acta mette ordine. Da marzo la Regione pagherà anche la fecondazione eterologa. Un passo in più verso un’ assistenza nazionale per l’infertilità uguale per tutti?

fecondazione-eterologa-quanto-costa-lombardia“Il federalismo in sanità non è mai decollato come avrebbe dovuto, ma ha generato regionalismi che rendono ancora oggi l’accesso ed i costi alle cure ed ai farmaci, diseguali tra i territori”, lo ha detto ieri, a Roma, Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva, nel corso della presentazione del Rapporto sul Federalismo in Sanità (edito Franco Angeli, 2015) E questo è stato particolarmente vero, conferma l’avvocato Maria Paola Costantini per l’ assistenza all’infertilità. Lo hanno raccontato al Pit salute anche le segnalazioni dei cittadini, che lamentano la carenza di informazioni (55%), la mobilità fra le regioni (20%), i limiti di età, il numero di tentativi impropri (14%) e le liste di attesa (5%), anche per le cure e le tecniche per l’infertilità.

Eppure una novità c’ è stata e non è da poco. La Regione Lazio ce l’ha fatta. Nonostante il disavanzo nel bilancio e le ganasce del piano di rientro, ha tratto il dado sull’assistenza alle coppie infertili. A marzo le coppie laziali sapranno quali sono i centri pubblici attivi, per i quali entrerà in vigore il tariffario unico e non si vagherà più di asl in asl, pagando cifre diverse per una fecondazione in vitro, piuttosto che per una inseminazione semplice. Con un decreto, il 29 del commissario ad acta, Nicola Zingaretti, i residenti potranno anche muoversi tra le regioni sapendo su quale cifra poter contare per far quadrare i conti. Niente più caos, sembrerebbe. Certezze sugli indirizzi dei centri autorizzati ed accreditati nei percorsi e sui costi, perché, come ha stabilito nel 2014 il patto tra le Regioni, le coppie avranno il diritto di accedere nei centri pubblici, fino a tre tentativi e al compimento del 43 esimo anno di età della donna. E potranno farlo sia per la fecondazione assistita omologa che eterologa, pagando un ticket. Nel Lazio, la Regione pagherà una quota del costo della prestazione. La coppia il resto: 378 euro l’inseminazione semplice, 955,91 euro, la fecondazione in provetta, fivet o icsi, ma sarà incluso tutto il percorso diagnostico ed i famaci, oltre che la tecnica.

Per il dottor Rocco Rago da quattro mesi, responsabile del rinnovato centro pubblico dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, l’atto è di “portata storica”. Così il suo centro potrà offrire ad una coppia, oltre alla consulenza psicologica e alla diagnostica di base anche la fecondazione in vitro o la Icsi, al prezzo di quasi mille euro (inclusi i farmaci), anziché di 2.100 euro, esclusi i farmaci, come è stato concordato fino ad oggi con l’azienda sanitaria Basterà una impegnativa del medico di base o dello specialista per accedere a tutto il percorso e alle analisi – ricorda Rago. Le tariffe entreranno in vigore trenta giorni dopo la pubblicazione nella gazzetta regionale, a partire dal mese di marzo. Per la fecondazione con donatore, la tariffa per le regioni varierà dai 1500 euro per l’inseminazione semplice, ai 3.500/4000 se occorerà ricorrere ad una donazione di seme o di ovociti, ma la spesa per i residenti sarà la stessa delle altre tecniche. Un’ altra novità, prevista da tempo, ma solo sulla carta, è che i residenti nel Lazio, se autorizzati dalla asl di appartenenza, potranno recarsi in un’ altra regione pagandone il ticket . Così le Regioni si faranno i conti a fine anno e si rimborseranno la differenza tra le tariffe. Una reciprocità non scontata nei fatti, perché non tutte le Regioni partecipano alla spesa per le tecniche di fecondazione assistita. La Lombardia, ad esempio, non paga l’eterologa neanche ai residenti ed un solo ciclo costa dai 4000 euro in su.

 

 

 

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