Pubblicato: gio, 2 Mar , 2017

Eseguiti due arresti per gli agguati all’imprenditore Andrea Bacci.

Gli agguati sono stati compiuti per conto di un imprenditore napoletano, contro il Bacci a sua volta accusato di bancarotta fraudolenta per il fallimento di una sua azienda valdarnese.

Due persone sono state arrestate nella notte del 28 febbraio per i colpi di pistola esplosi il 23 gennaio contro l’auto e il 24 successivo contro le vetrate della ditta di Andrea Bacci, imprenditore, presidente della Lucchese Calcio e considerato vicino a Matteo Renzi. La ditta presa di mira è la Ab Florence di Scandicci, grosso insediamento urbano nell’hinterland di Firenze, della quale il Bacci è amministratore.

I colpi di pistola hanno raggiunto i vetri dell’auto dell’imprenditore, una Mercedes, mandandoli in frantumi. Altri proiettili, nella notte seguente, sono stati sparati contro i vetri della ditta. Andrea Bacci, al momento degli spari all’indirizzo dell’auto, era dentro l’azienda.

La procura di Firenze sta indagando a carico del Bacci per bancarotta fraudolenta, indiziato del reato insieme ad altre 6 persone riguardo alla Coam Costruzioni di Rignano sull’Arno, in Valdarno, società edile di cui era socio di maggioranza. Bacci è stato perquisito dalla Guardia di Finanza il 10 gennaio scorso nell’ambito di un’articolata inchiesta della Procura in materia economica, creditizia e fiscale.

Le ipotesi di reato a carico delle due persone arrestate per le sparatorie sono di concorso in estorsione continuata. Le due misure di custodia cautelare, su richiesta del procuratore Giuseppe Creazzo, sono state eseguite dai militari del Gico della Guardia di Finanza di Firenze. Secondo l’accusa il piano estorsivo è stato ideato per conto di un imprenditore napoletano residente da tempo in provincia di Pistoia, Pasquale D’Alterio di 44 anni, che reclamava un credito di 270.000 euro nei confronti di Bacci. Per recuperare il denaro l’imprenditore napoletano avrebbe incaricato Giuseppe Raffone, originario della provincia di Catania, con precedenti per estorsione, detenzione di armi e droga, il quale avrebbe orchestrato gli agguati. Il Raffone, tuttavia, per gli inquirenti, non avrebbe sparato, limitandosi ad accompagnare l’esecutore materiale: una terza persona, dunque, che gli investigatori stanno cercando di identificare.

Il Bacci è partner del gruppo Nikila invest, che sta ristrutturando il vecchio Teatro Comunale. La Nikila aveva una partecipazione del 40% nella Party, società che faceva capo a Tiziano Renzi, padre di Matteo. Quando Matteo Renzi era presidente della Provincia di Firenze nominò il Bacci nel cda della Mukki, la centrale del latte fiorentina e quindi, da sindaco del capoluogo toscano, lo pose alla presidenza della Silfi, la società dell’illuminazione pubblica di Firenze.

Fulvio Turtulici

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