Pubblicato: dom, 16 Feb , 2014

Ecco Renzi: si cambia

Ma sarà sufficiente un volto giovanile per cambiare un Paese dove tra il 10% che detiene il 50% della ricchezza un posto di riguardo è riservato alla malavita?

 

paolo borsellinoE’ bastata una pioggia più violenta dell’ordinario, qualche giorno fa, e si contano un’altra volta, a distanze sempre più ravvicinate ormai, i danni. 30 metri di mura medievali di Volterra si sono sbriciolate, 11 famiglie sono state evacuate. Un gioiello dell’intelligenza e del gusto dell’uomo è messo in pericolo dalla stupidità dell’uomo. Tra Firenze e Prato sono esondati alcuni torrenti. E’ stata interrotta la circolazione ferroviaria tra Livorno e Pisa. Danni consistenti ancora una volta nella martoriata Maremma. Si attende il prossimo bollettino di guai, come un generale in vedetta di fronte all’imperversare del nemico, che in verità per i popoli saggi è madre.

Il fatto è che siamo noi stessi i nemici. La stupida pretesa dell’arricchimento continuo ha prodotto il surriscaldamento globale, con conseguente alterato ciclo dell’acqua e precipitazioni dunque più violente che ricadono su un territorio scempiato e indebolito da una selvaggia speculazione edilizia, perpetrata da tutte le corruttele associate e idiote, chè hanno riempito e affogato il suolo di unità abitative e commerciali rimaste inutilizzate, con l’unico scopo, sembrerebbe, di dissestare l’ecosistema, se non ci fosse l’altro di arricchire l’abusivismo, l’illegalità e il crimine e diffondere lo scellerato patto tra i sudditi sbavanti di partecipare al sacco, magari per un’infinitesima fetta, tanto che chi di loro ha potuto, ha aggiunto, con soddisfazione incontenuta, il proprio metro cubo di rovina e poi fatto voto per le sanatorie tombali.

Questo Paese frana per le nostre colpe gravi. Quanto siamo buffi noi italiani quando ci lamentiamo dei politici e delle pubbliche amministrazioni. In effetti sono esattamente quelli che vogliamo e infatti votiamo perché rappresentino al meglio tutti i nostri difetti, gli innamorati d’Italia che appunto di ogni regola per la sua civiltà fanno scempio. Fidatevi, quando appena fuori dai nostri confini si prendono le pance al solo nome dei nostri buffoni di governo, nipoti di Mubarak e cucù, criniere scarmigliate e vene di fuori, risse da ubriachi all’osteria nel Parlamento, è di noi che ridono a crepapelle. E di questo, in verità, maggiormente soffrono gli italiani responsabili, che ci sono e sono tanti, inconsiderati eroi che resistono semplicemente e in silenzio, finchè un numero troppo alto viene ucciso dal crimine per aver compiuto il proprio dovere, ignorato e talora deriso dagli amanti d’Italia e dai loro picciotti affezionati alla distruzione.

Un tragico luogo di illegalità ed abusi, dove i morti, ammazzati dal piombo degli esecutori del regime e dai disastri ambientali provocati dalla corruzione, sono i numeri di una guerra. E le istituzioni sono bacate dal delitto, come il verme nel frutto marcio, e l’etica del popolo e la morale dell’insieme languono.

Non è stato superato il provincialismo, quello del “ho la moglie, l’ulcera e i figli”, quello dei padri parroci, un dio da commedia all’italiana cui basterebbero quattro avemarie frettolose per perdonare pure l’assassinio, un dio dunque utile pure al parroco, che può continuare a nascondere la mano nelle parti intime dei bambini e proseguire a presentarsi da santo, date le tante avemarie biascicate velocemente durante il giorno. E il succedaneo dio denaro, per conseguenza, e il successo economico di pochi per l’illusione di molti non hanno prodotto una cultura borghese, bensì un’antropologia plebea, fin alle Alpi è montato l’adagio, scambiato in silenzio, né con il crimine né con lo Stato, ma dato che tante regole non vanno bene per la competizione, allora certe volte il fare delinquenziale e il crimine…

Perché in Italia si resta facilmente affascinati dal bandito? Ma perché lo Stato, con le sue regole la cui violazione non prevede il perdono ma una sanzione inevitabile, viene sentito dalla pancia di questo popolo come un sopruso. Ha sbagliato anche la sinistra. E’ vero, il contadino, lontano dalla capitale del regno, si ribellava a un potere distante, calato dall’alto. Ma la critica non è stata seguita da una nuova cultura riformista e da tale mancanza è passata la vasta plebe borghese, stracciona, questuante, i ladruncoli vezzeggiati dalle istituzioni del comparaggio che transitano col calessino, come nel paese di Acchiappacitrulli, una genia borghese per la quale libertà fa rima con licenza.

Si prenda uno dei mantra dei nostri giorni: il tradimento. E’ una categoria che attiene all’amore non alla politica e nemmeno all’istituzione ma agli scellerati patti del crimine, il progetto delinquenziale, il favoreggiamento, la cui violazione viene definita appunto, dagli associati di malavita, tradimento.

Adesso il sindaco di Firenze, Renzi, e segretario del Pd si prepara al governo. Temo che unicamente si brucerà. Il Paese ama chi non lo governa ma lo soggioga. Avrà tale capacità Renzi?

Perché cambi veramente dovrebbe sommergersi tale fetente mota mercantilistica, tale consumismo ottuso, tale becero provincialismo, ove ogni cosa assume l’unico colore opaco ed ogni manifestazione conformemente rutilante cela il verminaio. Solo allora potrebbe sorgere un cittadino e un uomo liberato dalle proprie catene.

Fulvio Turtulici per Reporter diffuso

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