Pubblicato: mer, 26 Mar , 2014

Ebola, epidemia in Guinea: 59 morti

L’epidemia scoppiata tra gennaio e febbraio nel sud della Guinea sembra essere arrivata in Sierra Leone e Liberia, altri Paesi confinanti hanno deciso di adottare misure di prevenzione epidemiologica

20120913_ebola-congoSabato 21 marzo il governo della Guinea, ha annunciato ufficialmente che nel Paese è in corso un’epidemia di Ebola che in poco più di un mese ha ucciso 59 persone e ne ha infettate almeno 80. Il virus inizialmente confinato nella parte meridionale dello Stato dell’Africa occidentale pare essersi diffuso anche in Sierra Leone dove sembra aver ucciso un quattordicenne che era stato in Guinea e minaccia seriamente la Liberia dove in seguito all’attraversamento del confine da parte di alcuni malati in cerca di cure, si registrano undici casi sospetti e cinque decessi. In Africa cresce la preoccupazione per una diffusione dell’epidemia soprattutto nei Paesi confinanti. «Siamo preoccupati. La malattia può propagarsi facilmente. Gli animali, che veicolano il virus, non conoscono frontiere», ha detto Simplice Dagnan, direttore generale dell’Istituto nazionale di igiene pubblica della Costa d’Avorio, mentre il Ministro della Salute ha dichiarato che aumenterà la sorveglianza al confine con la Guinea. Il ministro della Sanità del Mali, altro Paese confinante, ha tenuto domenica un meeting sulla crisi e ha invitato sul suo sito i cittadini a rimanere vigili.

«In Guinea, Paese con una debole infrastruttura medica, un’epidemia come questa può essere devastante» ha dichiarato il rappresentante dell’Unicef nell’area, Mohamed Ag Ayoya. In collaborazione con la Guinea, l’Unicef ha inviato cinque tonnellate di medicinali, dispositivi medici e attrezzature di emergenza, fondamentale in un Paese dove oltre l’epidemia di ebola sono in corso epidemie di colera, meningite e morbillo.  Altri aiuti arriveranno dall’organizzazione non governativa Medici Senza Frontiere che oltre ad aver aumentato il proprio personale in Guinea , spedirà nel paese 33 tonnellate di medicine e altro materiale proveniente dal Belgio e dalla Francia. L’allarme sembra finora non interessare l’Europa secondo Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità che spiega «le epidemie da virus Ebola sono periodiche in Africa, soprattutto nei paesi dell’Africa equatoriale» e che in Europa le epidemie sono sempre state contenute e circoscritte ai focolai di diffusione dove seconde l’esperto «andrebbero potenziati dato l’alto tasso di mortalità legato a questo virus».

Se il virus non è una novità per il continente africano dove il virus è stato scoperto per la prima volta nel 1976 in seguito alle due epidemie che scoppiarono simultaneamente in Sudan e in Zaire che da allora associa il proprio nome ad uno dei patogeni più più letali per l’uomo con una percentuale di mortalità dell’88 per cento. Sebbene non si conosca ancora l’origine dell’Ebola, si è accertato che si trasmette attraverso il contatto diretto con un animale o una persona infetta e che la sua fase di incubazione è molto breve. L’assenza di vaccini o terapie ha reso l’Ebola una malattia dal grande risalto mediatico e di particolare interesse per quanto riguarda il bioterrorismo anche se c’è chi sostiene che gli venga data un’attenzione eccessiva in relazione al numero di morti causati in tutta la sua storia, ovvero circa un migliaio di persone. Andando oltre le posizioni discordanti che si registrano  intorno al virus dell’Ebola, certo è che in Guinea è in corso un’emergenza sanitaria figlia di avvisaglie taciute dai grandi media quando tra gennaio e febbraio sono apparsi i primi casi e frutto di interventi tardivi che dimostra come i “grandi” del mondo continuino ostinatamente a reputare “abitanti di serie B” le popolazioni del continente africano.

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