Pubblicato: mer, 19 Ott , 2016

E’ nato il Centro per Famiglie nel Comune di Pergine Valdarno

Per una “più ambiziosa promozione di occasioni di benessere sociale diffuso”

 

E’ stato inaugurato domenica 16 ottobre il  Centro per Famiglie, una struttura ospitata nelle ex scuole elementari di Montalto, uno spazio dove saranno possibili laboratori e attività culturali finalizzate alla crescita individuale e collettiva per gli alunni e i genitori, con la collaborazione del personale scolastico, delle associazioni locali, di figure professionali. Nella stessa struttura avrà sede la Polizia Municipale associata di Pergine e Laterina.

foto_inaugurazione-centroE’ uno spazio che rivive quello delle ex scuole elementari che molti anni fa furono chiuse tra le proteste della cittadinanza; è dunque una ferita che si rimargina e una scommessa vinta da parte dell’attuale amministrazione comunale che ne aveva promesso il recupero e che ha mantenuto la promessa. Ma non, come spesso avviene, in qualche modo purchessia, ma mediante la realizzazione di un progetto importante, un metodo corretto e creativo di gestione di un territorio e di stimolo e investimento sulle risorse umane.

“Il Centro per Famiglie”, ha affermato il sindaco Simona Neri “nasce dall’idea di poter contribuire alla crescita dei piccoli ed estendere la loro attività didattica, attraverso un percorso di apprendimento che stimoli la creatività, lo stare insieme, la sperimentazione di materie che ci auguriamo possano diventare future passioni nelle loro vite. Nasce dalla consapevolezza che accanto all’investimento sulla sicurezza di quest’anno è altrettanto importante investire su cultura e formazione, perché tolleranza, educazione ed integrazione passano dallo stare insieme e dal lavorare insieme”

Insomma una politica sana pensa all’educazione e a valorizzare il patrimonio e le potenzialità umane, prima e principale risorsa di una comunità. E lo stesso fatto, anche simbolico, che cultura e sicurezza vengano ospitate in un unico spazio, come facce dello stesso progetto, assume un alto valore sociale. Il sindaco ha poi ringraziato l’assessore Elisabetta Chiera, che fortemente ha voluto e perseguito tale realizzazione. Le nostre società sono percorse da trasformazioni contraddittorie e incerte e le famiglie dunque non possono che subirne instabilità. “L’avvio di un centro per le famiglie a supporto della ‘normalità’, fuori dai contesti assistenziali vuole rappresentare una risposta a queste problematiche. L’iniziativa nasce dalla convinzione che non si debba più porre lo sguardo esclusivamente sulle situazioni di disagio conclamato e lampante, ma che sia necessario tentare una più ambiziosa promozione di occasioni di benessere sociale diffuso. Una risorsa a forte carattere preventivo”, ha detto l’assessore.

Ogni stanza della struttura è dedicata a un tema diverso e anche il colore è diverso, ma per ricreare un ambiente il più possibile familiare e potersi impegnare in attività di recupero e formative: doposcuola, teatro pedagogico, atelier di arte, corsi di inglese per bambini, musica, cineforum, biblioteca.

Il progetto intende valorizzare la conoscenza dell’arte  e avvicinare in maniera divertente e attraente i bambini e i ragazzi al patrimonio artistico del territorio e suscitare l’interesse  per i beni culturali e per la storia a cui appartengono; si vuole quindi educare alla musica e attraverso il teatro favorire per bambini e ragazzi la rielaborazione delle proprie emozioni e suggestioni in modo creativo, mettendo “in gioco” la teatralità che è innata e dunque precisando le potenzialità espressive e scoprendo nuove capacità relazionali e comunicative. Con la partecipazione di competenze professionali i realizzatori dell’iniziativa si propongono di prevenire il bullismo e il cyberbullismo, educare alla sessualità e coi ragazzi che frequentano dalla quinta della scuola primaria alla terza della secondaria e l’associazione Pronto-Donna proporre nuovi modelli di relazioni uomo donna e pertanto affrontare uno degli aspetti più acuti della crisi strutturale della società: il mancato rispetto delle diversità. Ma si potrà anche, molto più semplicemente, imparare l’inglese e fare doposcuola. Perché pure questa è una positività del progetto, sempre che si realizzi come è negli intenti: il convivere dei tanti bisogni che compongono una comunità coesa.

Fulvio Turtulici

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