Crimea, un passo avanti e due indietro
Interrotti i rapporti USA-Russia. Le truppe di Putin continuano nell’occupazione della Crimea e la NATO innalza il livello di guardia
Altalena nella tensione per la crisi in Crimea. Ad ogni notizia che sembra aprire uno spiraglio per la risoluzione della crisi ce ne sono due di segno opposto. Stamattina gli USA hanno sospeso ogni accordo e trattativa bilaterale sul piano commerciale e militare con la Russia, mentre da Mosca hanno risposto, per bocca del ministro degli Esteri Lavrov, che ad ogni sanzione economica contro il Cremlino corrisponderà una sanzione della Russia verso l’estero anche se non simmetrica (ad esempio già oggi in Russia è vietata l’importazione di carne suina americana, ritorsione men che blanda in verità). Nonostante questo, si ha notizia di prime e timide trattative tra Kiev e Mosca e soprattutto tra il governo centrale ucraino e quello della Crimea. Quest’ultimo vorrebbe una maggiore autonomia e forse l’indipendenza concordandola prima del referendum indetto per il 30 marzo. La Russia stessa, pur mantenendo in Crimea decine di migliaia di soldati e mezzi, ha sospeso la mega esercitazione nel settore occidentale, dal Baltico al confine ucraino.
Il segretario di Stato americano John Kerry è giunto oggi a Kiev e lì, dopo aver incontrato i manifestanti e la nuova leadership ucraina, ha promesso 1 miliardo in prestito all’Ucraina e l’impegno americano per garantire l’integrità del Paese contro l’aggressione russa. Russia che, per Kerry, sta semplicemente cercando un pretesto per invadere l’Ucraina ricordando come gli Stati Uniti stiano lavorando per isolare economicamente e politicamente la Russia di Putin le cui parole sono state definite da Obama “menzogne che non incantano nessuno”.
In risposta alle dichiarazioni di Kerry da EuroMaidan è arrivata la conferenza stampa di Putin che ha definito “golpista” il governo di Kiev ma ha, al contempo, riconosciuto l’inesistenza di futuro politico per il presidente deposto Yanukovich. Per quanto riguarda il piano militare ha detto che l’intervento armato è l’extrema ratio e ha negato che la Russia voglia annettere la Crimea o l’est dell’Ucraina, affermazioni confutate dalla realtà dato che nel pomeriggio l’esercito russo ha assaltato una caserma ucraina e sta aumentato esponenzialmente i checkpoint all’interno della penisola contesa. Probabile che a far propendere per un parziale ammorbidimento dei toni da parte di Putin il crollo di ieri di rublo e borsa di Mosca, oggi in ripresa dopo gli spiragli aperti anche se piccoli e forse falsi.
Proprio in vista di una probabile escalation, la NATO, nel particolare in riferimento ai Paesi membri sul confine orientale, ha deciso di alzare il livello di “conoscenza, sorveglianza e prontezza” delle sue forze. A questo si aggiunga che oggi è giunta al Pireo, in Grecia, il gruppo navale della portaerei americana George H. W. Bush. Ufficialmente la nave, tra le più moderne della US Navy e in grado di imbarcare fino a 90 tra aerei ed elicotteri, è nel Mediterraneo per esercitazioni previste da tempo ma è chiaro che la sua presenza è riferibile anche alla crisi in corso, così come è un chiaro messaggio il test di un missile nucleare intercontinentale condotto oggi dalla Russia in Siberia.