Pubblicato: sab, 11 Mag , 2013

Corde, il nuovo tour di Alessandro Mannarino

Intervista ad Alessandro Mannarino durante il nuovo tour “Corde”

 

 

di Manuela Murgia

NEWS_131500Allora Alessandro, partiamo da questo tour acustico che stai portando in giro; “Corde”. Perché hai scelto di proporre la maggior parte delle tue canzoni col solo accompagnamento delle chitarre?
Perché questo era un progetto che avevo in mente da qualche tempo, da qualche anno addirittura, solo che finora ho portato in giro i dischi con i suoni del disco insieme ad una band numerosa e adesso sto scrivendo il prossimo disco. Quindi in questo momento di passaggio ho sentito che era il momento propizio, quello giusto per tentare questa carta. Un po’ era anche mancanza di coraggio perché è stato un po’ spogliare le canzoni e rinunciare a degli orpelli che condiscono tutto. Esce molto il testo in questa formazione, esce molto la mia interiorità, il mio modo di recitare interpretare le canzoni. Poi l’altra cosa era che mi mancava un po’ la dimensione del chitarra e voce con cui ho cominciato i primi anni nei locali. E’ una dimensione che ti consente di giocare con le dinamiche quindi col piano e col forte. E col tempo, accelerando e diminuendo a seconda della sensazione del momento, quindi ogni sera puoi fare qualcosa di diverso a seconda di quello che senti.
E’ strano, a me sembrava una scelta più coraggiosa perché in qualche modo sei quasi nudo davanti al pubblico. 
Sì è più coraggiosa ,sono quasi nudo, però è arrivato il momento giusto e quindi la consapevolezza e il rafforzamento della mia identità, di quello che sono io, per mettermi a nudo davanti al pubblico. Magari qualche anno fa non ce l’avrei fatta. Perché nei primi tour nei localini, nei teatri, nei festival, comunque un po’ ti fai scudo di alcuni cliché, del modo di recitare un personaggio che ti aiutano a superare la paura. In questo spettacolo questo non c’è. Ho visto una foto con un’immagine dietro di te che dice: “il palcoscenico è il posto dove si gioca a fare sul serio.” Che vuol dire?
L’ho trovata scritta dietro al teatro Politeama di Lecce, e mi sono fatto una foto. E’ vero, perché quello che chiamiamo arte che è una la dimensione ludica dell’uomo che a che fare con la fantasia, col gioco, con la curiosità e con l’apprendimento. Sono tutte peculiarità del gioco e con il gioco c’è l’alienazione da se stessi; la fantasia prende il sopravvento e puoi diventare chi ti pare, come il bambino che fa il pirata, l’astronauta o il vigile del fuoco. Quando stai sul palcoscenico succede questo; è come se cadessi in un gioco in cui puoi diventare chiunque, però è un gioco che si fa seriamente. La disciplina nell’arte è durissima, prove su prove, bisogna migliorarsi sempre, devi stare attento ai particolari. E così è un gioco a fare i seri.
A me era venuta in mente l’idea che la vita da adulto è un gioco in cui ognuno indossa più o meno consapevolmente delle maschere autoimposte mentre nel momento in cui si gioca la maschera non si può più usare.
Noi viviamo ogni giorno la lotta contro le proiezioni degli altri. In qualsiasi situazione c’è qualcuno che vuole metterti una maschera addosso. Una maschera che crede ti stia bene o vuole vederti addosso. L’intento che perseguivo con questo tour, denudandomi tra virgolette, era rifiutare una maschera. Tu sei riuscito ad ottenere un successo tangibile nonostante abbia intrapreso una strada lontano dai talent show. Si dice spesso che chi non partecipa ai talent in questo momento non può emergere perché le radio non passano la musica indipendente. In realtà il tuo successo è attribuibile al passaparola che è la cosa più lusinghiera che possa succedere.
Io credo che c’è un sistema in cui i media propinano solo cose che non danno fastidio. Se piatte meglio ancora. Si dà l’illusione alla gente di avere a che fare con l’arte. Se dovessimo fare i paranoici potremmo dire che questo è funzionale al sistema. Quando una popolazione non ha un rapporto con la dimensione della fantasia e con l’arte, si appiattisce e non si ribella più, canta le canzoncine. In 1984 di Orwell, c’erano dei computer che creavano canzoni con parole a caso e la gente le canticchiava. Poi ci sono altre cose, l’Italia è piena di realtà diverse. Il fatto che la gente ti viene a sentire la dice lunga sul sistema . Sono quelli che hanno in mano le decisioni, chi sta nella stanza dei bottoni, le grandi major, che stanno indietro al paese reale. Buona parte del paese è sveglio, non è rincoglionita e fa una ricerca di vita umana e artistica quindi il fenomeno vero non sono io ma il fenomeno è pubblico.
Ma secondo te la parte migliore del paese sta lontano da qualsiasi forza di potere per scelta?
Secondo me c’è la depressione della sinistra. C’è una mancanza di resistenza, di lotta e di sinistra in questo paese. Per cui molti hanno lasciato il paese in mano a Berlusconi. Dopo trent’anni di democrazia cristiana; vent’anni di Berlusconi. Già c’era stato il fascismo, un paese devastato culturalmente.
Se pensiamo al bel governino che ci aspetta PD-PDL
Perché gli italiani non si ribellano? Per il cattolicesimo secondo me. Il cattolicesimo è come una muffa che corrode
Non è più oppio dei popoli, è passato allo stato di muffa?
Ti dice che vali poco per via del peccato originale, la vita è una valle di lacrime e che la ribellione è diabolica. Andare in piazza, lottare, rifiutare la violenza è impossibile e quindi bisogna porgere l’altra guancia. Invece il rifiuto grosso alla violenza è mettere di fronte a te e alla violenza che ricevi un muro. Forse proprio per questo il cancro della mentalità cattolica ti corrode completamente. L’idea Platonica che questo mondo è una copia di un mondo delle idee perfettissimo. E’ una cosa che fa schifo ma che durerà poco.
Ma i vent’anni di berlusconismo hanno avuto un impatto fortissimo.
Li c’è il progetto della P2 di Licio Gelli. La televisione è uno strumento potentissimo, dà assuefazione. Gli occhi sono l’unico organo dell’essere umano ad essere fatto di materia cerebrale. Tutto quello che vedi entra nel cervello, è come un microchip ma esterno. Fra cent’anni ci metteranno un microchip e manderanno le informazioni direttamente nel cervello. Il problema non è Berlusconi ma sono i deputati che erano deputati a fare valere gli interessi delle classi subalterne che hanno abbandonato. Mi ricordo un Bertinotti presidente della camera alla festa di Valeria Marini, questo dice tutto.
Gramsci parlava di intellettuale organico poi ci sono stati i cantautori impegnati, adesso chi sono gli intellettuali e se ci sono, dove sono? Che fanno?
Questa è un’epoca tardo imperiale. Noi siamo una provincia sperduta dell’impero. La maggior parte degli intellettuali sono frivoli, non hanno un rapporto con la vita reale e mi ricorda il Satyricon di Petronio. La cosa triste è che l’intellettuale di sinistra è diventato nichilista, assuefatto alle mode. Quello che mi spaventa dell’intellettualismo è la mancanza di profondità. L’intellettuale non deve essere politico ma l’arte è uno spazio che l’uomo si è lasciato per difendersi dal controllo, dalla impalcatura sociale, è il luogo della libertà. Quindi per l’importanza che ha, va riempito di rapporto con la realtà. Un intellettualismo e un’arte svincolati dal rapporto con la realtà diventano inutili.
Pasolini scriveva delle cose altissime e poi era capace di rapportarsi al contadino o all’operaio con umiltà assoluta.
Pasolini è stato uno dei pochi grandi intellettuali italiani però secondo me anche Pasolini andrebbe superato. Io non mi reputo intellettuale. Oggi in Italia ci vorrebbe qualcuno capace di superare La visione freudiana che Pasolini aveva dell’uomo per cui al peccato orinale si sostituiva la malattia primordiale quindi homo homini lupus. Forse bisognerebbe capire se l’uomo nasce veramente così oppure nasce buono, sano.
Forse gli ultimi intellettuali sono quei pochi professori, assistenti sociali, che riescono ad avere un impatto sugli altri.
Sì , sempre facendo attenzione all’assistenzialismo che può diventare una piaga perché è una benda sulla ferita che continua ad impedire che l’infezione dilaghi ma non cura la malattia ma solo il sintomo.
Ma come si cura la malattia?
Con la ricerca. C’è un sacco di gente fra gli intellettuali, i medici, gli industriali che campa su questo assunto che il mondo è qualcosa da controllare perché gli uomini sono malvagi , siamo tutti potenziali serial killer , ma fortunatamente non c’è venuto il famoso raptus. Non c’è una ricerca profonda sui meccanismi che governano il cervello ,sulla struttura sociale, sulle famiglie, sull’animo umano. Quindi c’è molta gente che si arricchisce su questo. La paura è un motore fortissimo. Mi ricordo di quando suonavo negli Stati Uniti e durante i telegiornali partivano delle pubblicità di malattie inesistenti.
Un tempo la musica passava dentro le famiglie da i fratelli maggiori ai minori. Facendo finta che i tuoi estimatori siano dei fratellini minori cosa gli faresti vedere? Un disco, un libro e un film.
Tanta roba, sono un collezionista di dischi. Una cosa molto attuale potrebbe essere qualcosa di Chico Buarque come Cadiz o Construção. Un manuale di istruzione per cattivi è 1984 di Orwell e un altro libro che la dice lunga sull’umanità e su questa ricerca di cui parlavamo è Cecità di Saramago. E poi sempre per rimanere in tema sul film.
Ma esuliamo dal tema.
Qualcosa di felice? Infatti ho parlato solo di cose tristi (ridiamo.) Un documentario; Anima Mundi. Avrà vent’anni, dei documentaristi hanno cercato di registrato l’anima del mondo.
Ultima domanda. Tu hai molto successo con le donne che ti piaccia o no ( fa il vago) dimmi una caratteristica femminile che apprezzi, che non sia fisica.
Che non sia fisica è bellissimo. Le femmine hanno una peculiarità che è un rapporto con la realtà molto più forte degli uomini. Quando c’è da ribellarsi le donne sono molto più forti degli uomini e poi mantengono gli affetti più di noi. Non riescono a fare le guerre. Noi riusciamo a buttare addosso agli altri tutta la negatività anche quando ci lasciamo con una donna riusciamo a tagliare di netto. Ne parlo nella canzone Giuda che faccio stasera, uno si mette un cappio attorno al collo e fuori non esiste più niente. Le donne questo non lo fanno, hanno una capacità di non perdere i rapporti. E poi l’amore per l’allegria e una cosa che mi fa stare benissimo. Poi ci stanno pure tante cose è pure bello il rompimento dei coglioni è pure una peculiarità bellissima è la differenza che ti fa innamorare.

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