Commissione Europea: nuova normativa anticorruzione per tutti i paesi UE
Stronger rules to fight corruption in the EU and worldwide
Dopo lo scandalo Qatargate e il risveglio con le istituzioni europee infiltrate da paesi stranieri a colpi di mazzette, con tanto di corruzione di eurodeputati e altri funzionari, la Commissione Europea ha presentato una direttiva, parte di un pacchetto più ampio, per combattere il reato all’interno dell’Unione e migliorare la cooperazione tra le forze di polizia e autorità giudiziarie. Pena minima contro i corrotti tra i 4 e i 7 anni. Possibilità di dichiarare l’incandidabilità dei corrotti, eliminazione dei privilegi legati all’immunità, tempi certi dei processi anche con l’indicazione di una prescrizione “sufficiente a fare giustizia”, supervisione pubblica anche dei funzionari delle Istituzioni europee.
La Commissione Europea ha presentato la “Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro la corruzione mediante il diritto penale”. L’obiettivo è garantire che tutte le forme di corruzione siano considerate reato in tutti gli Stati membri. Anche le persone giuridiche possono essere ritenute responsabili di tali reati e i reati devono essere puniti con sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive. Il Servizio di Azione Esterna dell’Ue (Eeas), con il supporto della Commissione, propone di istituire un meccanismo comune per colpire gravi atti di corruzione in tutto il mondo, nell’ottica di armonizzare i regimi penali comunitari e combattere la corruzione all’interno dell’Unione. L’Ue potrebbe dunque essere “in grado di colpire gravi atti di corruzione in tutto il mondo, indipendentemente dal luogo in cui si verificano”. Il Commissario Affari Interni UE rileva che il 60% delle organizzazioni criminali fa uso di corruzione e la maggioranza opera a livello transnazionale, in modo ormai simile a come agisce una multinazionale.
La direttiva è un atto giuridico che stabilisce un obiettivo che tutti i paesi dell’Ue devono conseguire, pur lasciando ai singoli paesi la libertà sul come attuarlo. Il pacchetto intende armonizzare le diverse legislazioni in vigore tra i 27 stati membri in modo da dare più forza alle autorità competenti. La direttiva amplierà la definizione di corruzione, in modo da limitare il più possibile non solo il crimine organizzato ma anche la cosiddetta corruzione dei colletti bianchi. Il presupposto da cui parte la direttiva è quindi esplicito: “La corruzione è uno strumento a disposizione delle interferenze straniere nel processo democratico”. Secondo la Commissione, deve essere esteso anche
il concetto di pubblico ufficiale, inserendo i “nominati, eletti, impiegati sulla base di un contratto o che svolgano un ruolo amministrativo formale”. Nelle fattispecie di reato, dovrà entrare il traffico di influenza, abuso d’ufficio, intralcio alla giustizia, concussione, appropriazione indebita, arricchimento illecito in connessione a reati di corruzione. Previste delle aggravanti in caso di corruzione a vantaggio di un Paese terzo. Tra le possibili pene accessorie vengono citate le multe, la rimozione dai pubblici uffici, l’incandidabilità e l’interdizione dalla possibilità di usufruire di fondi pubblici. Nello stesso tempo viene introdotto un tetto minimo per imporre sanzioni penali: la corruzione deve essere superiore a 10 mila euro.
Le imminenti proposte anticorruzione rappresentano una pietra miliare nella lotta alla corruzione nell’UE. Si prevede, inoltre, l’istituzione di una rete anticorruzione che riunisca le autorità di contrasto, le autorità pubbliche, gli operatori del settore, la società civile e altri portatori di interessi, per sviluppare migliori prassi e orientamenti pratici. Uno dei compiti principali della rete sarà quello di sostenere la Commissione nella creazione di una mappa nelle zone comuni ad alto rischio di corruzione. I lavori della rete confluiranno in una strategia anticorruzione dell’UE, che sarà elaborata in consultazione con il Parlamento europeo e il Consiglio, al fine di massimizzare l’impatto e la coerenza delle azioni dell’UE.
La nuova direttiva, volta ad ammodernare l’attuale quadro giuridico anticorruzione, presenta come punti fondamentali prevenzione e cultura dell’integrità. Si inserisce a gamba tesa anche nel settore pubblico, spingendo affinché la p.a. risponda del suo operato in base a norme altamente rigorose imponendo agli Stati membri l’obbligo di adottare norme efficaci in materia di libero accesso alle informazioni di interesse pubblico, di divulgazione e gestione dei conflitti di interesse nel settore pubblico, di divulgazione e verifica del patrimonio dei funzionari pubblici e di regolamentazione dell’interazione tra il settore privato e il settore pubblico. Infine, di assoluto rilievo l’impegno a garantire l’efficacia delle indagini, consentendo che le autorità di contrasto e i pubblici ministeri dispongano di tutti gli strumenti d’indagine necessari ed adeguati per lottare contro la corruzione e le criminalità transnazionali.