Claudio, in viaggio contro il diabete
Claudio Pelizzeni si è licenziato dal suo lavoro e ha deciso di viaggiare per il mondo, una sfida contro il diabete
Claudio Pelizzeni è un 32 enne di Piacenza che un giorno ha deciso di mollare il lavoro in banca a Milano, in Deutsche Bank, e partire, senza aerei, con destinazione finale Australia. 48mila chilometri, 16 Paesi da attraversare, 9 mesi di tempo e 15 euro di budget giornaliero in media.
Nella storia di Claudio non ci sarebbe nulla di straordinario, certamente non comune, ma non sarebbe né il primo né l’ultimo a decidere di mollare tutto e partire per un anno. Sono relativamente molte le persone che decidono di fare questo passo, ma Claudio ha un compagno di viaggio particolare che rende la sua scelta quasi unica e degna di essere raccontata, quel compagno di viaggio è il diabete di tipo 1.
L’”impresa”, infatti, non è solo viaggiare per mezzo mondo senza aerei ma farlo dovendo fare i conti con il diabete insulino-dipendente, con tutti i problemi clinici, pratici e burocratici del caso. Obiettivo della sfida, oltre a ritrovare se stesso staccando la spina dalla solite routine, è dimostrare che il diabete è sì una patologia seria ma non una barriera invalicabile che rende i diabetici cittadini di serie B, anzi il viaggio può essere un’ottima terapia psicologica contro il diabete.
Claudio, dato che attraverserà Paesi e zone in cui sarà difficile approvvigionarsi di insulina, ha deciso di portare dall’Italia la scorta di farmaci per un anno e, da buon operatore finanziario, ha deciso di diversificare il rischio, se dovesse infatti restare senza insulina sarebbe costretto a ricorrere, nel giro di uno-due giorni se non vuole rischiare la vita, alle cure di un ospedale e probabilmente far ritorno in Italia, cosa che, a seconda del punto del mondo in cui si troverà potrebbe non essere facile. Come lui stesso spiega nel blog con cui racconterà il viaggio, il rischio più grande è perdere, per un furto o per un incidente, l’insulina, quindi ha deciso di fare 3 scorte: una, per circa 20 giorni, nel marsupio, un’altra, per 4 mesi, nello zainetto, e la restante riserva nello zaino grande. Inoltre, altro inconveniente da risolvere per il suo viaggio non convenzionale, sarà il problema di come conservare l’insulina, questa può resistere per un mese a temperatura ambiente ma va conservata tra i 4 e gli 8 gradi per periodi più lunghi, ergo l’importanza di una borsa frigo e di un frigorifero in caso di soggiorno in ostello o albergo.
Claudio vuole dimostrare che con il diabete di tipo 1 si può fare tutto ma, ovviamente, sa bene che non è una patologia da sottovalutare. Pelizzeni sarà costantemente in contatto con il suo diabetologo e la sua nutrizionista e, grazie ad un piccolo sensore sottocutaneo, la sua glicemia sarà monitorata di continuo e consultabile online dai medici.
Riuscire a seguire una dieta bilanciata, non saltare i pasti, non perdere l’insulina, non interrompere la terapia, problemi burocratici alle frontiere per via del grande bagaglio di farmaci, fare attenzione a possibili complicazioni, impossibilità di avere sempre un’adeguata assistenza medica e farmaceutica. Sono solo alcune delle problematiche che, per via del diabete, Claudio dovrà affrontare alle quali si aggiungeranno gli inconvenienti, indipendenti dal diabete e dalla salute, in cui possono incappare tutti i turisti che decidono di imbarcarsi in un viaggio di 48mila km usando solo pullman, treni e nave.
Claudio racconterà il suo viaggio tramite il suo blog, www.triptherapy.net, partito dall’Italia il 4 maggio in questi giorni si trova in Russia. Un progetto il suo che, oltre ad arricchirlo umanamente, permetterà di dimostrare a molti che con il diabete si può fare (quasi) tutto.