Pubblicato: lun, 11 Nov , 2013

Cassa in deroga pronta alla pensione

Il governo, visto il fallimento della Cassa in deroga, è intenzionato ad accelerare il passaggio ai nuovi ammortizzatori sociali

 

Enrico Giovannini, Ministro del Lavoro

Enrico Giovannini, Ministro del Lavoro

350.000 lavoratori senza contributi e 330 milioni di buco, sono questi i numeri del fallimento, parziale, della Cassa integrazione in deroga.

Istituita nel 2009, si affiancava alla Cassa integrazione ordinaria e a quella straordinaria e veniva usata per i dipendenti delle piccole aziende che non rientrano nella copertura della CIG. A differenza di quest’ultima non funziona come un sistema assicurativo finanziato dalle aziende ma trova le sue risorse nella fiscalità generale. Oltre alla mancanza di fondi, ad ora si stima che costi circa 3 miliardi all’anno, ad aver contribuito al fallimento di questo istituto è stato anche la pessima organizzazione, infatti né l’INPS che paga né il Ministero del Lavoro che regola sanno quanto esattamente siano i lavoratori ammessi, a questo si aggiunga che spesso le Regioni erano costrette a dirottare le somme dei fondi europei per coprire gli assegni.

È in questo quadro che il ministro Giovannini ha deciso di restringere il campo di applicazione della Cassa in deroga, diminuendone i fondi e la possibilità di proroga al fine di accelerare il passaggio ai nuovi ammortizzatori sociali previsti dal governo Monti nel 2012, ovvero i fondi di solidarietà e l’Aspi, l’assicurazione sociale per l’impiego. Nuovi istituti che, almeno nelle intenzioni, non solo copriranno un numero maggiore di figure ma non avranno la discrezionalità della CIG, per attivare la quale era necessario un accordo tra azienda, sindacati ed ente pubblico.

La Cassa integrazione, con il suo garantire solo alcuni lavoratori, è il simbolo dell’inadeguatezza del sistema di welfare italiano. Nata in un contesto diverso la CIG è assolutamente inadeguata al mondo del lavoro di oggi, non a caso per fronteggiare la crisi è stato necessario istituire una CIG in deroga che assicurasse un sostegno alle centinaia di migliaia di lavoratori privi di ogni tutela. La speranza è che con il passaggio ai nuovi di ammortizzatori sociali si costituisca un sistema generale di sussidi a favore di tutti i disoccupati mettendo fine al dualismo attuale che in realtà si concretizza in una guerra tra poveri, tra garantiti (ma pur sempre prossimi disoccupati) e non garantiti.

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