Pubblicato: gio, 14 Nov , 2013

Caso Attilio Manca, procura di Viterbo chiede rinvio a giudizio

La richiesta per l’unica indagata, Monica Mileti, accusata di omicidio colposo per cessione di droga. Il fratello dell’urologo: «Noi vogliamo solo la verità»

 

Attilio_Manca_con_i_genitoriDopo la richiesta da parte di ben 41 senatori, in seguito all’archiviazione del caso lo scorso 21 agosto, di un’ispezione al tribunale di Viterbo al fine di accertare se gli uffici giudiziari abbiano o meno proceduto secondo le leggi vigenti, ecco arrivare una ennesima, scoraggiante notizia per la famiglia Manca, che dal 2004 attende verità e giustizia.

La Procura di Viterbo, già oggetto di polemiche per il suo operato, ha infatti richiesto, a distanza di dieci anni dalla morte dell’urologo siciliano, il rinvio a giudizio dell’ultima persona che fino a un paio di giorni fa rimaneva indagata: si tratta della romana Monica Mileti, sulla quale grava la pesante accusa di «omicidio colposo per cessione di droga da parte di terzi». Sarebbe quindi lei, secondo gli inquirenti, la donna che ha fornito la dose letale di eroina ad Attilio Manca. Tale ipotesi conferma la volontà da parte della procura di Viterbo di seguire ancora la pista del suicidio dovuto ad una overdose di stupefacenti e non quella di omicidio di mafia. Pista, quest’ultima, sulla quale i familiari del medico si battono da sempre. La morte di Attilio, infatti, sarebbe strettamente collegata al viaggio che Bernardo Provenzano fece a Marsiglia per operarsi alla prostata. Certezza per i genitori Angela e Gino, supposizione infondata per i magistrati. Poco importa se tanti, troppi dettagli (comprese le modalità con cui sono state condotte le indagini) facciano propendere per l’ipotesi che Attilio venne fatto fuori per volere di Provenzano, con la complicità degli ambienti mafiosi messinesi.  

«Sono amareggiato. – confida Gianluca Manca, fratello di Attilio – Si tratta di una donna che mio fratello non conosceva, non era una sua amica, al contrario di quanto è stato detto, e soprattutto ciò che mi lascia senza parole è che per la prima volta nella storia della giustizia italiana si crede alla versione degli imputati, dato che sono stati loro a tirare in ballo questa figura, e non terzi testimoni». Imputati, come conferma lo stesso Gianluca, ben poco affidabili: «Un imputato al processo Mare Nostrum, per mafia e droga; e un condannato per falsa testimonianza al processo sulla morte di Beppe Alfano. Solo loro e uno degli indagati barcellonesi, oggi archiviati, fanno il nome di Monica Mileti, come loro conoscente. Noi di lei non sappiamo nulla».

L’udienza preliminare davanti al gup Franca Marinelli è fissata per il prossimo 13 gennaio 2014.

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