Pubblicato: ven, 4 Apr , 2014

Brivio sapeva dei contatti con la ‘ndrangheta

Nell’indagine della Dda di Milano che ha portato all’arresto dei politi, Marco Rusconi ed Ernesto Palermo, saltano fuori intercettazioni che riguardano anche Virginio Brivio sindaco di Lecco
Virginio Brivio

Virginio Brivio

Lo scorso 2 aprile il Gico della Guardia di Finanza di Milano coordinato dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini ha arrestato dieci persone nell’ambito dell’indagine “Metastasi” della Dda di Milano. Tra gli arrestati oltre a elementi collegati alla ‘ndrangheta lecchese, spiccano i nomi di Mario Trovato e Alessandro Nania, rispettivamente fratello e autista del pluriergastolano Franco Coco. Le prime pagine dei giornali però sono tutte per due dei politici coinvolti ovvero il sindaco di Valmadrera Marco Rusconi e per Ernesto Palermo consigliere comunale di Lecco. Ai politici interessati dalla vicenda si è aggiunto in queste ore quello di Virginio Brivio che però è bene precisare non risulta indagato. Su di lui il giudice per le indagini preliminari si è così espresso: «Appare allarmante, anche se allo stato privo di rilievo penale, il comportamento del sindaco di Lecco Virginio Brivio» che  «senza avere dirette competenze istituzionali è ben consapevole dei collegamenti mafiosi prospettati a carico dei privati coinvolti , attraverso i contatti con Ernesto Palermo, Antonello Redaelli e Marco Rusconi cerca di raggiungere con la sua mediazione un compromesso economico tra i primi e il comune di Valmadrera».

La mediazioni di cui parla il giudice si riferisce alla Lido Parè, una società legata al clan Trovato che partecipa ad una gara pubblica per gestire il Lido di Parè. Per la concessione, secondo le indagini, il sindaco di Valmadrera Marco Rusconi, avrebbe intascato una mazzetta di 5 mila euro salvo in seguito tirarsi indietro nel momento in cui iniziano a circolare sospetti sul Lido. In questo momento entrerebbero in gioco Palermo, insegnante in un istituto professionale, iscritto nelle liste del Pd ma oggi appartenente a un gruppo misto in Comune e Virginio Brivio. Il primo è un contatto dei Trovato che secondo il suo racconto avrebbe messo al corrente Brivio. In un intercettazione Palermo dice: «Allora lui quando gli ho detto così invece di dire cazzo minchia, ha detto va bene siamo più tranquilli. Pensava che c’erano altre persone di Valmadrera, gli ho detto no fetenzie non c’è né, come a dire che i Coco Trovato sono una garanzia». Queste secondo Palermo è il racconto della reazione di Brivio in seguito al suo resoconto sulla situazione di Valmadrera.

Quello che dovranno valutare le indagini è la posizione di Brivio che Brivio dovrà spiegare anche la sua visita in Prefettura, episodio su cui il gip scrive: «nonostante la delicatezza della vicenda per la caratura dei personaggi coinvolti, dopo aver preso contatti con l’ufficio del Prefetto ed avere avuto informazioni evidentemente in merito agli sviluppi delle verifiche presso quell’Ufficio, non esita a informare tramite sms Palermo rinviando le notizie a un contatto diretto in Consiglio Comunale». Brivio infatti invia un messaggio al consigliere comunale “Ciao parlato con prefetto per vicende Lecco accennato Valmadrera pare. Se vuoi ne parliamo ma non al telefono ma stasera in consiglio. Sento anche Marco (sindaco di Valmadrera, ndr)”. Il gip in conclusione annota che «dalla complessiva attività di indagine emerge che la locale di ‘ndrangheta facente capo a Mario Trovato disponeva, attraverso la figura di Ernesto Palermo di contatti con esponenti di primo piano dell’amministrazione comunale lecchese, in primo luogo con il sindaco Virginio Brivio», il quale nei giorni scorsi si è detto shockato dalla notizia e di confidare nel fatto che tutti possano chiarire l’accaduto facendo valere le proprie ragioni. Quel che è certo, se ancora ce ne fosse bisogno, è che la ‘ndragheta dimostra per l’ennesima volta di avere una presenza forte e radicata nel nord Italia.

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