Pubblicato: mar, 24 Mar , 2020

Appalti: c’è un altro virus più difficile da debellare?

“Truccare i conti, fare cartello tra imprese, imbrogliare sulle certificazioni, corrompere o cacciare chiunque possa dare fastidio. Così vanno le cose dietro le quinte delle grandi opere in Italia”.

 

La “Berti Sisto & C. Lavori Stradali S.p.A. di Fiorenzuola ha vinto, pochi mesi fa, il bando della Regione Toscana per la realizzazione del terzo lotto della variante alla strada regionale 69 in Valdarno fiorentino, mediante un ribasso sulla base d’asta di ben il 34%; pare oltre la soglia di anomalia e tuttavia considerata dall’Ente appaltante offerta congrua.

La “Berti Sisto” si è aggiudicata e continua ad aggiudicarsi, mediante notevoli ribassi, appalti pubblici in Toscana, Emilia, ecc.(Provincia Pistoia; Città metropolitana; Comune di Bologna, ecc) e, come si evince anche dai provvedimenti di aggiudicazione e dal casellario ANAC, è in possesso dell’attestazione SOA(ANAC).

E tuttavia nel 2016, Mario Berti, comproprietario e presidente del Consiglio di amministrazione della ditta di Firenzuola, indagato insieme a Enrico Maria Taddei, direttore tecnico della stessa, è stato arrestato il 25 ottobre per corruzione nell’ambito dell’inchiesta “Amalgama” della procura di Roma sulle Grandi Opere, in particolare per i cantieri dell’Alta Velocità Milano Genova. Il 18 novembre ha ottenuto gli arresti domiciliari dal Tribunale del Riesame di Roma.

La Berti Sisto eseguiva lavori in subappalto per il “Consorzio Cociv” nei cantieri della Tav Milano Genova, terzo valico ferroviario dei Giovi. Il Berti è accusato di aver affidato un incarico a una società riconducibile al direttore dei lavori dell’Alta Velocità Giampiero De Michelis e di aver promesso un ulteriore incarico nel settore delle prove di laboratorio a un’altra società controllata da De Michelis. In cambio Berti e la sua ditta potevano permettersi di eseguire un lavoro sbagliato senza temere conseguenze: la sua ditta, infatti, aveva impiegato il calcestruzzo di classe 30 invece che di classe 40, come dovuto, per realizzare i cordoli di sostegno delle barriere. Un tecnico del Cociv minacciò di farglieli buttare giù tutti, ma il direttore dei lavori De Michelis non ordinò la rimozione dei cordoli.

Ecco cosa si ascolta in un’intercettazione dell’inchiesta dalla voce di uno degli indagati: ”Il calcestruzzo? La prima fornitura era acqua; la seconda non scendeva nemmeno dalla canalina e si intasava pure la pompa”. La difesa del Berti ha sostenuto che l’uso di un diverso calcestruzzo era stato causato solo da errore.

L’inchiesta “Amalgama” di Roma, per la quale sono rinviati a giudizio 20 persone , sarebbe partita dal più grande fascicolo su “Mafia Capitale” ed è stata poi trasferita a Bolzano, ma tutto lascia supporre che non si fermerà lì. Collegata ad essa è l’inchiesta della procura di Genova sempre sull’Alta Velocità Milano Genova che coinvolge gli “eccellenti”. Il reato perseguito era corruzione negli appalti delle grandi infrastrutture e nella fase delle indagini furono arrestati il figlio dell’ex ministro Pietro Lunardi e il figlio dell’ex Ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio. Nel giugno 2018 le indagini furono chiuse con 36 persone indagate, tra cui Ercole Incalza, ex capo della Struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, già indagato e poi prosciolto nell’inchiesta di Firenze per le Grandi Opere; Stefano Perotti, amministratore di fatto della società “Ingegneria SPM srl” ; Andrea Monorchio, ex Ragioniere generale dello Stato ed ex presidente di “Infrastrutture Spa”, società a partecipazione pubblica costituita per il finanziamento delle Grandi Opere; il figlio Giandomenico Monorchio, proprietario e amministratore della “Sintel Engineering srl”; Pietro Salini, amministratore delegato di “Salini-Impregilo spa”, detenente la partecipazione di maggioranza nel Consorzio Cociv.

Dalle due inchieste, che riguardano anche il sesto macrolotto dell’autostrada Salerno Reggio Calabria e il Pisa Mover, ovvero una navetta elettrica per collegare la stazione ferroviaria all’aeroporto della città della Torre, è emerso che il De Michelis e Domenico Gallo, imprenditore calabrese che tratta inerti e calcestruzzo e anch’egli interessato con le sue società alle promesse del Berti, sono stati indagati e arrestati perché ritenuti tra i principali artefici del sistema corruttivo vigente nei cantieri dell’Alta Velocità Milano Genova. Nel 2018 a Domenico Gallo sono stati sequestrati beni a lui riconducibili a seguito di un provvedimento di sequestro disposto al patrimonio della cosca ‘ndranghetista dei Bagalà.

In un’altra conversazione registrata viene delineato il sistema. “Noi ci aspettiamo concorrenza. Loro invece puntano all’amalgama, che significa truccare i conti, fare cartello tra imprese, imbrogliare sulle certificazioni, corrompere o cacciare chiunque possa dare fastidio. Così vanno le cose dietro le quinte delle grandi opere in Italia”, torveremo il vaccino per questo resistente virus?

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