Pubblicato: mar, 27 Giu , 2017

Abusivismo una delle cause delle esondazioni, sequestro a Levane.

Per il Genio Civile alcune esondazioni, tra le quali quella del 6 ottobre apportatrice di ingenti danni, potrebbero essere state causate da tali lavori abusivi.

 

Nella società massificata e chiusa nell’egoismo il più tipico soggetto è l’uomo medio: colui con gli occhi di talpa che non vede al di là della circonferenza della propria pancia.

Dev’essere tale il senso di questa vicenda. La terra arde e anche il Valdarno arde per settimane, per mesi, ormai da anni; e altra conseguenza del riscaldamento globale sono i violentissimi temporali di poche ore che lasciano al loro abbattersi disastri gravi. E’ successo anche a Levane il 6 ottobre dell’anno scorso. E il quotidiano comportamento umano accentua i danni.

In questi giorni i carabinieri forestali del gruppo di Arezzo, in collaborazione con il nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale e delle stazioni di Montevarchi e Monte San Savino hanno sequestrato a Levane una pista da motocross, della lunghezza di 1500 metri, realizzata, in assenza di qualsiasi autorizzazione, nell’area demaniale del torrente Ambra da un valdarnese socio di una impresa operante nel settore sportivo e delle competizioni con moto da cross. Il provvedimento è stato disposto dal Gip Piergiorgio Ponticelli.

La pista interessa pressoché per l’intera sua estensione un’area golenale, per una superficie di 11.000 metri quadrati, sottoposta a vincolo paesaggistico e al divieto assoluto di edificabilità. Per disegnare il tracciato è stato deviato un tratto del torrente, causando, secondo il Genio Civile, un grave rischio per la pubblica e privata incolumità: alcune esondazioni dell’Ambra potrebbero essere state conseguenza dei lavori per l’ottenimento della pista, compresa quella appunto del 6 ottobre che a Levane ha causato gravi danni ai campi, alle fabbriche e alle abitazioni.

Non sappiamo perché sia stato necessario così tanto tempo per il sequestro di un’opera talmente dannosa. L’abuso compiuto si sarebbe ripercosso sull’ambiente dell’area fluviale: tutta la vegetazione che si trovava sull’argine e sulle rive del torrente è stata abbattuta e, a seguito della deviazione delle sponde, pure l’ittiofauna ha subito grave nocumento. Sarà pertanto necessario ripristinare l’area: questo pare comporterà una spesa di alcuni milioni di euro che si andranno ad aggiungere ai danneggiamenti, pur’essi per svariati milioni, causati dalle esondazioni, specie appunto quella del 6 ottobre.

L’abitazione e la sede della società del responsabile dei lavori abusivi sono state perquisite dai carabinieri forestali.

L’uomo medio si lamenta del tempo che non è più lo stesso, dei guai per l’incuria del vicino e della brutta gente che si è lasciata entrare nel paesello e quindi, coi suoi comportamenti, contribuisce pesantemente ai guasti dell’habitat e ad accrescere l’insicurezza ambientale.

Fulvio Turtulici per Radio 100 passi community Valdarno

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